Œnothèque 1976
40% Pinot Noir, 60% Chardonnay
dég. 2007 – L’olfatto, raffinatissimo, dà subito impressione di densità, con tanta frutta gialla disidratata, note di cioccolato bianco, la tipica firma minerale della maison e una base erbacea a sostenere il tutto. Poi, via via, ecco anche le canditure, la frutta secca, la torrefazione, le tostature, a disegnare definitivamente un vino certamente di grande complessità. Palato polposo, fragrante, ma anche molto fresco, con le erbe aromatiche e la frutta gialla disidratata a dare pienezza di gusto e fascino, il tutto con una persistenza pazzesca che sembra non voler mollare mai, ma più a centro bocca che in profondità. Ritorni minerali in chiusura e bollicina finissima ma incredibilmente vivace per uno champagne d’eccezione ma dal quale forse vorresti… qualcosa in più.
Voto: 95/100
Solo 95/100 per un DP triosième plenitude? Beh, premesso che i miei punteggi sono sempre attentamente calibrati e che 95/100 rappresenta una valutazione eccezionale (nella guida Grandi Champagne è il primo gradino della categoria dei Miti), questa etichetta della serie Comande Spéciale è una di quelle che mi coinvolge meno. Una grande appassionata di DP Œnothèque come Cristiana Lauro lo ritiene “uno dei più incredibili di sempre”, ma rimanendo nella decade degli anni ’70 a mio avviso è ‘battuto’ di gran lunga dal fantastico 1971, dall’incredibilmente fresco e opulento 1970, dal mostruoso 1973, quest’ultimo sì il miglior Dom Pérignon blanc di sempre, come ammettono anche dentro le mura dell’Abbazia. Poi, per carità di Dio, magari ad averne di bottiglie come questo 1976 – ci mancherebbe! – però continuo ad approcciare questo champagne come critico e non come appassionato. Il buon Richard non me ne voglia…
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