veva 22 anni, quando Romano Dal Forno conobbe per la prima volta Giuseppe Quintarelli, colui il quale gli presentò un nuovo modo di coltivare la vite e di produrre vino, basato sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Da allora, investendo sul proprio territorio e superando le difficoltà iniziali che non furono poche, Romano è riuscito, grazie anche al prezioso contributo dei figli Marco, Luca e Michele, a far arrivare la sua azienda ai posti di prim’ordine nell’enologia internazionale. A partire dai primi anni ’80, ed esattamente dalla stagione 1983, vendemmia dopo vendemmia, Amarone della Valpolicella e Valpolicella DOC, etichettati “Dal Forno Romano”, si sono sempre puntualmente piazzati ai vertici dell’eccellenza. Una maniacale attenzione è rivolta a tutti i processi produttivi, tanto tra i filari quanto in cantina, partendo dall’impianto dei vigneti per arrivare alle tecniche di appassimento. In vigna, dopo anni e anni di sperimentazioni, oggi i metodi agronomici seguiti sono precisi e scrupolosi, come anche le tecniche di appassimento per la produzione dell’Amarone sono state messe appunto curando ogni minimo e più piccolo dettaglio. In cantina, sfruttando una struttura costruita durante l’ultimo decennio del secolo scorso, mai sono surclassate quelle che sono le più antiche tradizioni territoriali. È così che, nella Val d’Illasi, poco a est di Verona, vengono coltivati gli oltre dodici ettari vitati di proprietà, cui si aggiungono altri dodici ettari in affitto, dai quali prendono vita etichette che rappresentano ormai da anni l’eccellenza di un’intera regione, simboleggiando allo stesso tempo l’emblema della superba qualità che ogni grande produttore di vino dovrebbe puntare a raggiungere. Dal Valpolicella Superiore all’Amarone della Valpolicella, dal Vigna Seré fino ad arrivare al Monte Lodoletta, sono tutti vini, quelli targati “Romano Dal Forno”, che da tempo ormai tengono alta la bandiera del miglior “made in Italy” se si parla di vino. Etichette da favola.
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