Negli anni '20 il Marchese Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino 'purosangue' e per lui, come per tutta l'aristocrazia dell'epoca, l'ideale era Bordeaux. Così lo descrive in una lettera allo stimato critico enologico Luigi Veronelli datata 11 giugno 1974:
“…le origini del mio esperimento risalgono agli anni tra il 1921 ed il 1925 quando, studente a Pisa e spesso ospite dei Duchi Salviati a Migliarino, bevevo un vino prodotto da un loro vigneto…che aveva lo stesso inconfondibile “bouquet” come un Bordeaux invecchiato….”
Negli anni Quaranta, stabilitosi con la moglie Clarice nella Tenuta San Guido, sulla costa tirrenica, sperimentò diversi vitigni francesi (di cui aveva recuperato le barbatelle nella tenuta dei Duchi Salviati a Migliarino) e concluse che il Cabernet aveva " il bouquet che cercavo."
Un vino prodotto principalmente con Cabernet Sauvignon rappresentava un cambiamento fondamentale nella tradizione toscana e piemontese rispettivamente del Sangiovese e del Nebbiolo. La decisione innovativa di piantare questo vitigno nella Tenuta San Guido è dovuta anche alla somiglianza che Mario Incisa aveva notato tra il terreno toscano e quello di Graves nel Bordolese.
Con ‘graves’, o ‘ghiaia’ in francese si fa riferimento al terreno roccioso che caratterizza la zona di Bordeaux; allo stesso modo, i vigneti ghiaiosi della Toscana conferiscono al Sassicaia, "terreno sassoso", le stesse caratteristiche del suo caro fratello francese.
Le prime annate del Marchese non furono accolte calorosamente. I critici abituati ai vini leggeri e locali non erano incoraggianti; non è stato preso in considerazione che i vini ottenuti dall'uva più complessa Cabernet Sauvignon avrebbero avuto bisogno di più tempo per maturare e svilupparsi.
E così dal 1948 al 1967 il Sassicaia rimase un affare strettamente privato, per poi essere consumato alla Tenuta San Guido.
Ogni anno alcune casse venivano messe ad invecchiare nella cantina di Castiglioncello di Bolgheri. Il Marchese si accorse presto che invecchiando il vino migliorava notevolmente.
Amici e parenti ora esortavano Mario Incisa a sperimentare ulteriormente il suo progetto e a perfezionare da lui il suo rivoluzionario stile di vinificazione. Fu solo nel 1968 che il Sassicaia fu messo in commercio per la prima volta: l'accoglienza fu degna di un Premier Cru bordolese.
Negli anni successivi la cantina fu spostata in un luogo a temperatura controllata, i tini di fermentazione in acciaio sostituirono i tini di legno e furono introdotte le barrique francesi per il processo di invecchiamento.
Denominazione: D.O.C. Bolgheri Sassicaia
Prima annata: 1968
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